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Diagnosi del tumore papillare e follicolare della tiroide

  • Immagine del redattore: Diego Barbieri
    Diego Barbieri
  • 11 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

I tumori differenziati della tiroide, in particolare il carcinoma papillare e il carcinoma follicolare, rappresentano le forme più comuni di neoplasie tiroidee. La diagnosi avviene spesso in due modi: attraverso la comparsa di una tumefazione del collo, percepita dal paziente o rilevata durante una visita medica, oppure in modo occasionale, durante indagini strumentali eseguite per altri motivi (come ecografie o TAC cervicali).


Diagnosi del tumore papillare e follicolare della tiroide

Il primo esame di riferimento è l’ecografia tiroidea, un’indagine non invasiva, semplice e priva di radiazioni, che consente di studiare accuratamente la struttura della ghiandola tiroidea. L’ecografia permette di valutare dimensione, forma e caratteristiche ecografiche dei noduli (come margini, ecogenicità, presenza di microcalcificazioni), e di esaminare anche i linfonodi del collo, particolarmente importanti nei tumori papillari per la tendenza a diffondere ai linfonodi laterocervicali.


Sulla base delle caratteristiche ecografiche, si decide se eseguire un agoaspirato con ago sottile (FNA), una procedura ambulatoriale che prevede il prelievo di cellule dal nodulo sospetto per esame citologico. Questo è l’esame cardine per la diagnosi delle lesioni nodulari della tiroide.


La valutazione citologica del materiale prelevato viene classificata secondo il sistema SIAPEC (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica), che prevede le seguenti categorie:

  • TIR1 – non diagnostico: il campione non è sufficiente o non è adeguato per una diagnosi. È necessario ripetere l’esame.

  • TIR2 – benigno: nessun segno di malignità; si consiglia monitoraggio ecografico periodico.

  • TIR3A – atipie di incerto significato: il rischio di tumore è basso ma non nullo; si può ripetere l’agoaspirato o valutare l’intervento chirurgico caso per caso.

  • TIR3B – sospetto per neoplasia follicolare: rischio intermedio-alto; è indicato l’intervento chirurgico per conferma istologica definitiva.

  • TIR4 – sospetto di malignità: rischio elevato; è indicata la tiroidectomia.

  • TIR5 – maligno: i reperti citologici sono compatibili con carcinoma; si procede con intervento chirurgico.


Nei casi in cui la lesione tiroidea sia di grandi dimensioni, fissi ai piani profondi o sospetti per infiltrazione delle strutture vicine (come trachea, esofago o laringe), può essere necessario integrare lo studio con una TAC o una Risonanza Magnetica (RMN) del collo. Questi esami forniscono informazioni fondamentali per la pianificazione chirurgica, valutando l’estensione della malattia e i rapporti con le strutture anatomiche circostanti.


Infine, prima dell’intervento chirurgico, è sempre indicata una fibroscopia laringea. Questo esame, rapido e non doloroso, consente di osservare direttamente le corde vocali e verificare la motilità della laringe, al fine di identificare eventuali paralisi preesistenti (che possono indicare un coinvolgimento del nervo ricorrente da parte del tumore) e ridurre il rischio di complicanze postoperatorie.


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𝐃𝐫. 𝐃𝐢𝐞𝐠𝐨 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐢𝐞𝐫𝐢, 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐢𝐫𝐨𝐢𝐝𝐞 𝐞𝐝 𝐎𝐑𝐋


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