Farmaci per il reflusso gastroesofageo: cosa sapere
- Diego Barbieri
- 22 minuti fa
- Tempo di lettura: 2 min
Inibitori di pompa protonica (IPP)
Gli IPP (omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo) sono i farmaci più utilizzati per il reflusso gastroesofageo.
Meccanismo d’azione: bloccano la pompa protonica delle cellule parietali dello stomaco, riducendo la produzione di acido gastrico.
Quando prenderli: vanno assunti al mattino, a digiuno, circa 30 minuti prima di colazione. In alcuni casi il medico può prescrivere anche una seconda dose serale.
Si sottolinea che possono interferire con l’assorbimento di altri farmaci, quindi va sempre consultato il medico prima di iniziare questa terapia.
Gli IPP sono molto efficaci, ma vanno usati secondo indicazione medica, perché non privi di effetti collaterali se assunti a lungo termine.

Antiacidi e alginati (gli “stick”)
Questi prodotti creano un effetto barriera:
Neutralizzano temporaneamente l’acidità gastrica (antiacidi classici) e formano un “raft” protettivo che galleggia sul contenuto gastrico, riducendo il reflusso verso l’esofago (alginati)
Sono utili soprattutto dopo i pasti e nei momenti di maggiore fastidio. Può essere utile assumerli prima di coricarsi.
Hanno azione rapida ma non sostituiscono gli IPP, con cui spesso vengono combinati.
Altri integratori e sostanze utili
Oltre ai farmaci tradizionali, esistono prodotti complementari che possono ridurre i sintomi:
Melatonina: alcuni studi hanno mostrato che può migliorare il tono dello sfintere esofageo inferiore e ridurre i sintomi di reflusso, soprattutto se associata ad altri integratori.
Acido ialuronico + condroitina solfato: presenti in alcuni medical device, creano un film protettivo sulla mucosa esofagea.
Estratti naturali (liquirizia deglicirrizinata, aloe vera, malva): hanno azione lenitiva e protettiva, ma l’efficacia è variabile e va sempre valutata con il medico.
Conclusione
Il trattamento del reflusso gastroesofageo si basa su più livelli:
stile di vita e dieta corretti
farmaci mirati (IPP come terapia di fondo, antiacidi/alginati come supporto sintomatico)
integratori protettivi come opzione aggiuntiva
La scelta della terapia deve sempre essere personalizzata dal medico in base alla gravità dei sintomi e alla risposta del paziente.
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𝐃𝐫. 𝐃𝐢𝐞𝐠𝐨 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐢𝐞𝐫𝐢, 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐢𝐫𝐨𝐢𝐝𝐞 𝐞𝐝 𝐎𝐑𝐋
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