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Autofluorescenza

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La tecnologia

La seconda complicanza più frequente in corso di chirurgia della tiroide è l’ipocalcemia. L’ipocalcemia è secondaria al mancato funzionamento della ghiandole paratiroidee, quattro piccole ghiandole poste dietro la tiroide, che devono essere preservate in corso di chirurgia.

Negli ultimi anni è a disposizione del chirurgo una tecnologia di magnificazione delle paratiroidi che si chiama “autofluorescenza”

Lo sviluppo della tecnologia

Ho l’orgoglio in Italia di essere stato il pioniere di questa tecnologia, di averla introdotta nell’ospedale in cui lavoro e di proseguire da anni studi scientifici per svilupparla e migliorarla

Il principio fisico

Le paratiroidi quando attraversate da un raggio luminoso infrarosso (near-infrared autofluorescence - NIRAF) di circa 780 nm, emettono a loro volta un raggio luminoso ad una specifica lunghezza d’onda (830 nm), 1.2-1.8 volte maggiore rispetto al tessuto tiroideo circostante (senza alcun mezzo di contrasto). Questo significa che le paratiroidi quando vengono illuminate da una luce particolare, emettono in risposta una luce che risulta essere molto più luminosa rispetto ai tessuti circostanti: questa luce viene riprodotta su uno schermo che permette di avere una chiara immagine del campo chirurgico in diretta.

Device

Processore e fonte di luce in grado di generare sia white light (WL) che di near-infrared light (NIRL). Processa le immagini che arrivano dalla camera.

Camera filtrante ciò che il chirurgo tiene in mano puntando il campo operatorio. Proietta la NIRL ed è in grado di riconoscere una specifica lunghezza d’onda di risposta alla NIRL.

Schermo computerizzato mostra le immagini in fluorescenza in tempo reale: sullo schermo le paratiroidi appariranno come spot piccoli, bianchi, tondi e ben delineati.

Autofluorescenza
Autofluorescenza

Esempio pratico

Questa è un immagine intraoperatoria in vivo ed in autrofluorescenza delle paratiroidi: come si può intuire è nettamente più visibile la paratiroide nella seconda immagine. In questo modo il chirurgo è in grado di identificare meglio le paratiroidi e quindi preservarle al meglio (per quanto tecnicamente possibile)

Autofluorescenza
Autofluorescenza

Paratiroidi rimaste nel campo chirurgico dopo tiroidectomia

Autofluorescenza

I principali risultati ottenuti negli anni di utilizzo hanno permesso di:

  • Aumentare il numero di paratiroidi risconosciute in corso di intervento

  • Migliorare le calcemie postoperatorie dei pazienti

  • Ridurre il numero di paratiroidi sacrificate

 

Ci tengo a sottolineare che l’utilizzo di questa tecnologia aiuta a ridurre il numero di pazienti che necessitano di calcio dopo l’intervento, tuttavia non è in grado di azzerare il tasso di complicanze.

E’ per questo motivo che stiamo attivamente proseguendo con studi scientifici e collaborazioni con altri Ospedali per garantire al paziente la tecnologia migliore presente nel mercato odierno.

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